Torna alla lista
http://L'Intrepida%20Lumaca%20e%20il%20Lupo%20della%20Scuola%20-%20Una%20storia%20di%20Koalia%20stories

L’Intrepida Lumaca e il Lupo della Scuola

Nelle verdi e lussureggianti praterie che circondano una scuola dalle mura color arcobaleno, viveva una lumaca di nome Gelsomina. Non era una lumaca qualunque, ma un'anima avventurosa con il guscio decorato di perline scintillanti, che sognava vasti orizzonti oltre a quelli del suo orto. La sua giornata tipo si snodava tra le lezioni nella scuola dei piccoli insetti e avventure negli immensi campi che la circondavano, ma un mistero stava per condurla ben oltre la routine quotidiana.

Un mattino, mentre si avvicinava alla scuola, Gelsomina notò qualcosa di insolito: la grande porta di legno dell'istituto era socchiusa, un'insolita breccia in un mondo abitualmente chiuso prima dell'alba. Coi suoi occhi brillanti di curiosità, si avvicinò cautamente. Era sempre stata insegnata la prudenza, ma l'avvento di un possibile intrigo la stimolava più di ogni avvertimento.

— Non dovrei… ma devo scoprire cosa sta succedendo! — mormorò a se stessa con un guizzo di emozione.

Mentre si intrufolava all'interno, i suoi occhi si adattarono alla penombra e ciò che vide la lasciò senza parole. Là, nella grande aula, stava seduto un lupo! Questo lupo, però, non era come quelli delle storie raccontate al lumicino. Aveva un'aria malinconica, quasi dolce, e indossava degli occhiali da lettura bilanciati sul naso. Vicino a lui, una montagna di libri e quaderni si ergeva come un piccolo rilievo collinare.

— Oh! Chi sei? — chiese Gelsomina con voce tremante, ma senza nascondere la propria curiosità.

— Mi chiamo Lupardo — rispose il lupo con un tono educato e sorpreso —. E tu devi essere una delle studentesse. Mi dispiace per la porta aperta, stavo cercando un posto tranquillo per studiare l'arte del gentil lupare, ma sembra che mi sia perso nei corridoi.

Gelsomina rimase per un momento in silenzio, cercando di assimilare l'inattesa risposta.

— E cosa fa un lupo a voler imparare l'arte del gentil lupare in una scuola per piccoli insetti?

— Ah, bella domanda! — disse Lupardo, alzando gli occhi al cielo come per cercare una risposta tra le stelle —. Vedi, un giorno, vagando fra questi edifici, ho sentito la risata di un bambino e il cinguettio felice di un insetto. Mi ha fatto pensare che forse, solo forse, esista un modo per coesistere in armonia, senza paure e preconcetti.

Gelsomina, colpita dalla sincerità e dalla bontà del lupo, decise di aiutarlo nella sua ricerca. Dopo tutto, anche lei credeva in un mondo dove tutti potevano imparare gli uni dagli altri, senza barriere.

I giorni seguirono, colmi di momenti trascorsi insieme in segrete lezioni mattutine. Lupardo apprese l'importanza della pazienza, dell'ascolto e del rispetto reciproco, mentre Gelsomina si imbatté in lezioni di coraggio, determinazione e fiducia.

La notizia di un lupo che studiava nella scuola degli insetti si sparse velocemente, trasformando iniziali pettegolezzi e timori in ammirazione e curiosità. Gli studenti iniziarono ad avvicinare Lupardo, ponendogli domande, condividendo lezioni e addirittura scherzi. La scuola divenne un luogo di incontro unico, non più suddiviso tra noi e loro, ma un'unica grande famiglia.

Alla fine dell'anno scolastico, fu organizzatauna grande festa per celebrare l'amicizia e la diversità che aveva arricchito la vita di tutti gli abitanti della scuola. Gelsomina, con il suo guscio lucente, spparve con un lungo nastro di fiori tra le antenne, mentre Lupardo indossava un fiocco di carta colorata attorno al collo.

La festa era un tripudio di colori, suoni e risate. C'era musica, pietanze deliziose e giochi per tutti. Gelsomina e Lupardo danzarono insieme, sciogliendo i preconcetti al ritmo della melodia. Gli insetti e gli animali della prateria saltellavano felici, uniti da un'amicizia che aveva superato ogni differenza.

Alla fine della serata, mentre il sole si nascondeva dietro i monti, Gelsomina e Lupardo si ritirarono in un angolo tranquillo del giardino.

— Grazie, Lupardo, per avermi insegnato che la diversità è una ricchezza, non un divario — disse Gelsomina, con il cuore colmo di gratitudine.

— E grazie a te, Gelsomina, per avermi mostrato che il coraggio e la bontà possono superare ogni ostacolo — rispose il lupo, con un sorriso luminoso che rifletteva la fiamma dell'amicizia.

Così, tra stelle scintillanti e canzoni di grilli, si concluse l'avventura di Gelsomina e Lupardo nella scuola color arcobaleno. Il loro esempio di apertura, compassione e coraggio rimase inciso nei cuori di tutti gli abitanti della prateria, pronti a raccogliere il testimone di un mondo dove la diversità è festeggiata e le differenze unite in un'unica splendida armonia.

Condividere

Lascia un commento

19 − 15 =