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Tra fischiate e rotaie: le avventure del Caprino Eroe

Un dolce tepore avvolgeva la campagna mentre il treno sibillava tra le verdi colline. Il sole pennellava d'oro i campi di grano e le margherite annuivano al passaggio di quel gigante d'acciaio.

Dentro uno scompartimento abbellito da tendine rosse a pois bianchi e da pannelli di legno lucidati a specchio, viaggiava una capra di nome Gelsomina, il cui manto bianco e morbido era curato con amore e le corna luccicavano come due mezzelune argentate. Gelsomina non era una capra qualunque, lei aveva quella fiammella dell'avventura nel cuore e quella scintilla di curiosità che la rendeva speciale agli occhi di chiunque la incontrasse.

— Che giornata magnifica per viaggiare! — si vantò lei, sbirciando fuori dal finestrino, con gli occhietti pieni di meraviglia.

Accanto a lei, su un robusto tavolo di legno, incastonato tra i sedili di velluto, era appoggiata una borsa da viaggio. Gelsomina vi teneva custoditi i suoi tesori: una cappellina decorata con fiori di campo, una cartolina raffigurante la Torre Eiffel, e un piccolo diario legato con uno spago dove tracciava le avventure che ancora doveva vivere.

Ad un tratto, l'andamento regolare del treno fu interrotto da una serie di scossoni e da un chiasso inatteso. La capra alzò lo sguardo e notò una strana figura entrare nello scompartimento. Come in un lampo, vide comparire davanti a sé – o meglio, planare – un uomo vestito con un costume sgargiante, adornato da una mantella rossa che svolazzava fieramente dietro di lui.

— Salve, cittadini! — esclamò l'arrivato, assumendo una posa eroica. — Nessun bisogno di timore, sono qui per assicurarmi che il vostro viaggio avvenga senza intoppi!

I passeggeri, tra i quali spiccavano zelanti signore con le loro maglie ad uncinetto e papà in viaggio di affari, scrutavano il nuovo venuto con un misto di sorpresa e divertimento.

— Buongiorno! — rispose gentilmente Gelsomina, mentre i suoi grandi occhi scintillavano dall'eccitazione. — Se posso chiedere, chi sei? E che tipo di superpoteri possiedi?

— Io sono il Protettore delle Rotaie, difensore dei viaggiatori e nemico giurato dei ritardi! — disse l'uomo con fierezza. — Con la mia velocità e agilità, assicuro che nessun viaggio subisca rinvii o scompigli.

Gelsomina rimase sbigottita dalla presenza di quel supereroe così inaspettato. Ma non era tipo da perdersi d'animo.

— Che incontro straordinario sul treno! — pensò tra sé. — Chissà quali storie abbiamo da condividere.

Un quadro di serenità si dipingeva tra i viaggiatori e le conversazioni ricominciarono a gonfiarsi come bolle di sapone. Gelsomina, con un balzo agile, saltò giù dal suo posto e si avvicinò al tavolo, invitando con un cenno il supereroe a sedersi di fronte a lei.

— Ti va di condividere questa avventura con me? — chiese, con uno spirito gioioso e irriverente che la rendeva irresistibile.

— Naturalmente, cara signora capra! — replicò il Protettore delle Rotaie, accettando l'invito.

Ed eccoli là, una capra e un supereroe seduti a un tavolo in un scompartimento di un treno che filava veloce verso l'ignoto. Gelsomina, spiegò al suo nuovo amico le avventure passate, quei viaggi attraverso i monti e le foreste, i deserti e i mari infiniti che aveva osato affrontare. E il supereroe, incantato, ascoltava ammirato le testimonianze di coraggio e di audacia.

Man mano che il tempo scorreva, il Protettore delle Rotaie incominciò a raccontare di sé, del suo impegno a salvaguardare gli innocenti, ma confessò anche qualcosa di più profondo.

— Vedi, cara Gelsomina, la mia vita può sembrare piena di emozioni, poiché combatto il crimine e affronto pericoli. Ma a volte mi manca la genuina sfida, quella che non prevede reti di sicurezza. Mi manca il rischio che rende la vittoria davvero significativa.

Gelsomina, sempre saggia nonostante il suo aspetto.

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