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Tappeti Volanti nella Biblioteca Incantata

Nel cuore di un'antica città, nascosta tra viuzze acciottolate e case con il tetto a spiovente, si ergeva una biblioteca che più di ogni altra avrebbe fatto brillare gli occhi di stupore ai bambini. Era un edificio talmente alto che sembrava sfidare le leggi della gravità, con pareti ricoperte di edera e finestrelle colorate che mandavano fasci di luce multicolore sul pavimento di legno antico.

All'interno, scaffali lunghissimi si susseguivano come soldatini in parata, custodendo libri che venivano da mondi lontani e narravano avventure da lasciare senza fiato. E tra questi corridoi di storie, viveva il nostro eroe. Lorenzo era un giovane pilota con una passione irrefrenabile per la lettura, tanto da aver trasformato la biblioteca nel suo rifugio segreto. Non aveva un aereo come ci si potrebbe aspettare, bensì un vecchio tappeto, color zafferano e blu notte, che pareva avere volontà propria e che ogni tanto, nei momenti meno attesi, sollevava Lorenzo in volo, tra le nuvole di pagine scritte.

— Bene, compagno di avventure, oggi dove ci porterai? — chiese Lorenzo al tappeto, accarezzandone la trama intricata.

Il tappeto, che di parole non ne sapeva ma di intenzioni sì, vibrò leggermente e si alzò appena da terra, quasi ad invitarlo a salire per scoprire insieme la risposta. Lorenzo si apprestò sulla sua superficie lanosa, e con un filo di eccitazione mista a trepidazione, i due presero lentamente quota, librarsi sopra gli scaffali.

Mentre volavano cautamente tra i corridoi, una strana melodia li raggiunse. Era un sibilo che sembrava un lamento, misto a un bisbiglio che cresceva d'intensità mano a mano che procedevano. Il tappeto, come per istinto, rallentò il volo e si avvicinò ad un angolo particolarmente ombroso della biblioteca, dove un libro intricatamente intarsiato sembrava palpitare come se fosse dotato di un cuore.

— Che mistero è mai questo? — sussurrò Lorenzo, con un misto di curiosità e cautela.

Prima che Lorenzo potesse tendere la mano per aprire il libro, da esso fuoriuscì una creatura che mai avrebbe immaginato di trovare tra quelle mura silenziose. Era un mostro dall'aspetto variopinto, con tentacoli che si muovevano fluentemente nell'aria, occhi piazzati alquanto casualmente sul corpo e una bocca da cui si sprigionavano parole che suonavano come incantesimi.

— Oh! Questa è davvero una sorpresa inattesa! — esclamò il mostro con una voce che somigliava al tintinnio di campanellini. — Mi chiamo Pergamino e sono il guardiano di questo volume antico. Ma dimmi, giovane volatore, cosa cercavi sfrecciando tra questi scaffali polverosi?

Lorenzo, benché alquanto sorpreso, non si lasciò intimidire e rispose con rispetto.

— Io sono Lorenzo, pilota di tappeti volanti e avido lettore. Me e il mio compagno giriamo la biblioteca alla ricerca di avventure e conoscenza. Ma tu, Pergamino, che avventura custodisci in questo libro?

Pergamino sbuffò leggermente, facendo ondeggiano i suoi tentacoli in un modo che sembrasse quasi pensieroso, poi rispose.

— Il libro che hai risvegliato è La Leggenda del Drago Dimenticato. In esso è narrata una storia di antichi poteri e coraggio senza fine. Ma attenzione, solo chi è davvero pronto a confrontarsi con l'ignoto e abbracciare le sfide può immergersi appieno in queste pagine.

Accendendo la sua intraprendenza, Lorenzo chiese se potevano condividere l’esperienza del racconto insieme. Pergamino rifletté un attimo, i suoi occhi brillarono e finalmente annuì.

— Bene, avventuriero del cielo, veniamo accordati — disse Pergamino. — Preparati ad una storia che va oltre ogni immaginazione. Ma prima, ti esorto a seguire le regole: non potrai interrompere la narrazione finché non sarà conclusa, e devi promettermi di rispettare il segreto di quanto apprenderai.

Lorenzo annuì con fervore, promettendo di tenere fede alla sua parola di pilota. Poi, insieme al mostro bibliotecario, prese posto sul tappeto volante, che pazientemente attendeva, e sfiorò la copertina del libro.

Appena i suoi dita si posarono sulle intricate incisioni, Lorenzo sentì il cuore accelerare e la stanza cominciò a dissolversi, lasciando spazio ad un'ambientazione completamente nuova. Si ritrovò in un regno dove il cielo era dipinto di toni arancioni e purpurei e i draghi volteggiavano liberamente. Le nuvole erano soffici come zucchero filato e le montagne emanavano un bagliore verde smeraldo.

Lì, lui e Pergamino erano sempre seduti sul tappeto, ma adesso erano immersi in un mondo che sembrava sgorgare direttamente dalle pagine stesse. Racconti di eroi senza tempo e amicizie indissolubili prendevano vita davanti ai loro occhi, mentre volavano al fianco di coraggiosi cavalieri e saggi maghi.

Le ore passavano, e Lorenzo si sentiva sempre di più parte integrante del racconto, vivendo ogni emozione, ogni battaglia e ogni trionfo come se fosse il protagonista stesso. Pergamino, da canto suo, narrava con passione e dettagliava ogni scena in modo che Lorenzo potesse quasi toccare, sentire e assaporare il mondo incantato.

Infine, quando l'avventura giunse al culmine e il drago dimenticato fu liberato dal suo incantesimo, riportando pace e armonia nel regno fantastico, Lorenzo e Pergamino si ritrovarono nuovamente tra gli scaffali della biblioteca. Il libro si era richiuso silenziosamente e il tappeto riposava di nuovo docilmente sul pavimento.

— Grazie, mio saggio amico — ringraziò Lorenzo, guardando Pergamino con occhi che brillavano di gratitudine. — Non dimenticherò mai questa esperienza.

— E io non dimenticherò mai la curiosità di un giovane pilota che si è tuffato nelle avventure senza esitazione — disse Pergamino, offrendo un sorriso comprensivo.

D'ora in poi, ogni volta che Lorenzo avrebbe guardato il suo tappeto volante, avrebbe pensato alla Leggenda del Drago Dimenticato e a quanto magia e realtà possano intrecciarsi finemente in una biblioteca incantata, proprio come i fili di un tappeto zafferano e blu notte.

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