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Il Drago nella Mongolfiera

Nel cuore di un regno fatato, sospeso fra le nuvole color zucchero filato, veleggiava una mongolfiera tanto grande che sembrava una luna piena a bordo della quale si poteva danzare. I suoi colori arcobaleno disegnavano sorrisi nell'aria e ogni sua cucitura narrava una storia di avventura e magia. Al timone di questa magnifica navicella volante, reggeva le redini un drago dal nome Argenteo, la cui pelle brillava come l'argento sotto il sole dell'alba.

Argenteo non era un drago comune; il fuoco che soffiava dai suoi nari non bruciava, ma scaldava con gentilezza, e il suo cuore non conosceva la collera, ma pulsava con la dolcezza del miele. Questo drago tanto speciale amava librarsi nei cieli, ma c’era un segreto che lo legava a quella mongolfiera: una piccola, misteriosa chiave d'ottone che pendeva dal suo collo robusto, intorno al quale scintillavano squame di pietre preziose.

— Oh, come sarebbe bello scoprire a quale tesoro appartiene questa chiave, — sospirava spesso Argenteo, ammirandola tra le fiamme tenui e i giochi di luce.

Un giorno, mentre la mongolfiera sorvolava le terre color smeraldo del regno di Verdantis, Argenteo notò un giardino fatato, dove gli elfi curavano fiori che canticchiavano al vento. Tra le partiture floreali, una piccola elfa di nome Lyrielle danzava, sprigionando intorno a sé una polvere dorata che faceva germogliare tulipani melodici.

— Salve, nobile drago! — esclamò Lyrielle, sollevando lo sguardo verso Argenteo. — Che cosa fai sospeso tra cielo e terra in questa sfera dai colori dell'arcobaleno?

Argenteo, compiaciuto per il suo nuovo incontro, discese l'ancora della mongolfiera fino a sfiorare la terra del giardino incantato.

— Viaggio nel cielo in cerca del segreto che si cela dietro questa chiave che possiedo, — rispose con voce profonda e melodica, mostrando all’elfa la misteriosa chiave d'ottone.

Lyrielle arrossì di curiosità, i suoi occhi come due smeraldi che brillavano di eccitazione.

— Oh, anch'io ho sempre sognato di volare alto sopra le cime degli alberi magici! — esclamò. — Forse insieme possiamo scoprire l’enigma di quella tua chiave tanto particolare!

E così, con il cuore gonfio di speranze e sogni, l'elfa e il drago salparono verso l'ignoto, cullati dal soffio calmo del vento. La mongolfiera volteggiava fra le nubi cotonose, e ogni tanto, dai loro culle celestiali, scendeva qualche goccia di pioggia che si trasformava in perline di cristallo tra le squame di Argenteo.

Ci vollero molte lune per attraversare il vasto cielo. Visitando terre lontane e incontrando creature magiche di ogni sorta, Argenteo e Lyrielle divisero gioie e pericoli: scamparono a tempeste, volarono oltre montagne innevate dalle cui vette soffiavano venti eterni e conobbero ninfe dei boschi che li incantarono con melodie secolari.

Durante le notti in cui la mongolfiera restava ancorata ai raggi lunari, i due amici spesso discutevano del significato di quel piccolo tesoro che Argenteo portava al collo.

— Chissà, potrebbe aprire un baule pieno di ricordi perduti, o forse è la chiave di una porta che conduce in un mondo sconosciuto, — rifletteva sognante Argenteo.

— Oppure, apre un cuore bisognoso di conoscenza e amicizia, — aggiungeva Lyrielle con una scintilla maliziosa negli occhi.

Giorni e notti si rincorrevano in un valzer celeste, finché un mattino di luce e brezza fresca, la mongolfiera attraversò la Valle delle Querce Parlanti, dove ogni albero aveva una voce e una storia da raccontare.

— Salve, nobili viaggiatori del cielo! — intonarono le querce in coro. — Siete giunti nel luogo dove le storie prendono radici e si innalzano fino alle stelle.

Argenteo e Lyrielle rimasero incantati da tanta saggezza e presero ad ascoltare rapiti le narrazioni delle querce millenarie.

— Noi conosciamo la storia di quella chiave che porti, drago dall'animo gentile, — disse la più antica delle querce con una voce profonda quanto il tempo. — Quella chiave apre le porte della Comune Armonia, dove ogni creatura condivide il proprio spazio e il proprio tempo nel rispetto degli altri.

Argenteo e Lyrielle si scambiarono uno sguardo di meraviglia e speranza. Finalmente, il mistero stava per essere rivelato!

La quercia più antica li guidò allora verso un albero particolare, il cui tronco era ornato di viti e fiori danzanti. Al centro di questo spettacolo verde pulsava una porta di legno intarsiata d'oro e gemme, con un lucchetto in attesa di essere aperto.

Senza esitare, Argenteo estrarre la chiave dal suo collo e la inserì delicatamente nel lucchetto. Con un click leggero, la porta si aprì, rivelando uno spazio dove aria, terra, fuoco e acqua convivevano in perfetto equilibrio, liberi ma legati dalla stessa armonia.

Le creature della Valle delle Querce Parlanti iniziarono a invitarli all'interno, mostrando come ogni essere, dalla più piccola farfalla al più maestoso unicorno, avesse il suo spazio vitale nel rispetto degli altri.

Lyrielle e Argenteo capirono allora che quella chiave non apriva solo una porta fisica, ma anche quella della comprensione e della convivenza pacifica.

Da quel giorno, il drago e l'elfa continuarono a viaggiare nei cieli sopra la mongolfiera, ma con un tesoro più grande nel cuore: il rispetto e l'amore per la libertà altrui, consapevoli che in ogni luogo sospeso tra i sogni e le nuvole, la vera magia stava nel creare un mondo dove ognuno può volare liberamente, senza mai oscurare il volo dell'altro.

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