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Il coraggio di un vampiro al luna park

In un angolo sperduto del mondo, avvolto dalla bruma della notte, sorgeva il più straordinario dei luna park. Con le sue luci caleidoscopiche e la musica che danzava nell'aria, il luna park di Mirabilandia sembrava un'isola di gioia in mezzo alle tenebre. Una notte di luna piena, quest'isola di gaudio divenne il palcoscenico di un'avventura del tutto inaspettata.

Vincenzo era un vampiro diverso dagli altri; non aveva mai avuto cuore di spaventare le persone e preferiva nutrirsi di frutta piuttosto che di sangue. La sua curiosità per il mondo degli umani lo aveva portato a Mirabilandia, l'unico luogo dove pensava di poter esplorare senza suscitare terrore.

Camminando cautamente tra le giostre, agitò le mani nella luce notturna, ammirando i colori che sboccavano attorno a lui come fiori in una notte senza fine. Fu allora che, nascosto dietro un carretto di zucchero filato, notò un ragazzo. Il giovane, che si chiamava Luca, sembrava perduto tra i vicoli del luna park, l'espressione confusa come quella di chi ha perso qualcosa di prezioso.

— Scusa, posso aiutarti? — chiese Vincenzo, emergendo dall'ombra con cautela per non spaventarlo.

Luca sobbalzò, poi lo squadrò con un misto di sorpresa e curiosità.

— Oh, ciao… Sì, ho perso la mia macchina fotografica da qualche parte qui intorno. Era un regalo molto speciale — disse, il tono carico di tristezza.

Vincenzo era affascinato. Aveva solo sentito parlare di macchine fotografiche ma non ne aveva mai vista una. La sua vita da vampiro era trascorsa lontana dalla luce del sole e dai momenti che gli umani amavano catturare.

— Posso aiutarti a cercarla, se vuoi — offrì Vincenzo, speranzoso.

I due, così diversi eppure accomunati da un obiettivo, iniziarono la loro ricerca. Vincenzo era entusiasta all'idea di vivere un'avventura, mentre Luca era determinato a ritrovare la sua fotografia perduta. Man mano che cercavano, Luca raccontò di come aveva fotografato momenti preziosi con quella macchina: le risate degli amici, lo splendore di un tramonto, il sorriso di sua madre.

Vincenzo ascoltava rapito, realizzando quanto profondamente amasse gli umani e le loro storie. Nella sua lunga vita da vampiro, non aveva mai avuto il coraggio di avvicinarsi a loro, temendo le vecchie leggende e i pregiudizi. Ma quella notte, al luna park, qualcosa dentro di lui cambiava.

Alla fine, ritrovarono la macchina fotografica abbandonata vicino alla ruota panoramica, come se stesse attendendo di essere ritrovata in quel luogo magico. Luca gioì, abbracciando Vincenzo.

— Grazie, non so come avrei fatto senza di te! — esclamò, grato.

— È stato un piacere aiutarti. Ho scoperto quanto sia bello condividere un'avventura con un amico — rispose Vincenzo, il cuore pieno di una nuova, inaspettata felicità.

Prima di separarsi, Luca insistette per fare una foto insieme, come ricordo della loro straordinaria avventura. Il flash illuminò i loro sorrisi sotto la luna piena. In quel momento, Vincenzo si rese conto che non era mai troppo tardi per cambiare, per avvicinarsi agli altri e scoprire il valore dell'amicizia.

Dopo quella notte, il vampiro decise di visitare il luna park ogni settimana, sperando di incontrare nuovi amici e di vivere altre avventure. Per Luca, quella foto divenne il simbolo di un'amicizia inaspettata e della magia che può nascere quando si superano le paure e si apre il cuore agli altri.

Sul retro della foto, Luca scrisse a mano Meglio tardi che mai, parole che li legavano in un ricordo eterno.

Così, in un luna park incantato, un vampiro e un ragazzo avevano scoperto che, a prescindere dalle differenze, l'amicizia e il coraggio di cambiare sono i veri incantesimi della vita.

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