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Gol tra le Carovane Incantate

Nel centrale e scintillante Parco delle Mirabolanti Meraviglie, dove le giostre girano al ritmo delle risate dei bambini e i palloncini colorati sembrano toccare il cielo con le loro corde danzanti, troviamo la nostra giostra più straordinaria: il Carosello dei Campioni. Questa giostra non era una giostra qualsiasi, ma un campo da calcio rotante adornato da cavalli-calcio-grifoni e draghi-difensori, dove i giocatori non galoppavano ma calciavano palle arcobaleno tra i mulinelli del vento.

In questo universo di magia e di palloni, viveva un giovane eroe di nome Niccolò, la cui passione per il calcio non conosceva limiti né confini. Con i capelli nero corvino, gli occhi scintillanti come stelle al crepuscolo e una determinazione feroce quanto il suo amore per il gioco, Niccolò era un vero maestro di dribbling e tiri al volo.

— Ciao Niccolò, sei pronto per l'allenamento? — chiese la voce di Beppe, il suo migliore amico e compagno di squadra, un portiere tanto coraggioso quanto scherzoso, famoso per i suoi salti acrobatici e le parate da leone.

— Sempre pronto! — rispose l'eroe con un sorriso radiante. — Oggi mi sento in forma, penso che potrei dribblare anche il vento se mi si parasse davanti.

Era un giorno solare come pochi, con una brezza frizzante che faceva sventolare le bandiere colorate intorno al campo da gioco. I ragazzi iniziarono a riscaldarsi, passandosi il pallone con una precisione che sfidava le leggi della fisica, come se esso seguisse un percorso invisibile, legato a un filo di seta che solo il loro tacito accordo poteva tracciare.

In quel momento, un piccolo folletto vestito da arbitro, con un fischietto lucente e baffi che parevano piume di corvo, apparve sulla soglia di un angolo segreto del Carosello dei Campioni.

— Benvenuti, giovani centauri del pallone! — esclamò l'arbitro-folletto con una voce che sembrava un trillo melodioso. — Oggi non sarà un allenamento come gli altri, avrete l'onore di partecipare a un torneo speciale: la Sfida delle Carovane Incantate!

Uno scintillio di entusiasmo brillò negli occhi di tutti i giovani calciatori, che ascoltavano il folletto con ammirazione e curiosità. Ma prima che il loro fervore potesse espellere domande a raffica, il piccolo arbitro continuò:

— Solo i più valorosi e leali giocatori potranno competere. E per vincere, sarà necessario non solo dimostrare bravura nel gioco, ma anche cuore, coraggio e ingegno.

Niccolò si guardò intorno, osservando i suoi amici. Sentiva già l'adrenalina corrergli nelle vene alla prospettiva dell'avventura che li attendeva.

— Come possiamo partecipare? — chiese una voce timida dalla folla. Era Silvia, una compagna di squadra con una falcata elegante e un tocco di palla che ricordava un pittore con la sua tela, capace di creare capolavori tra una corsa e l'altra.

— Dovrete trovare la Palla di Cristallo, nascosta in uno dei tanti mondi magici che la giostra vi rivelerà. Ogni mondo sarà un puzzle, una prova di astuzia e di talento — rispose il folletto, il cui sorriso esprimeva tanto la promessa di un'avventura fantastica quanto la consapevolezza della sfida che essi stavano per affrontare.

E così, senza un altro minuto da perdere, i nostri giovani eroi si disposero in cerchio al centro del campo. Con un gesto fluido e preciso, l'arbitro-folletto fece ruotare il fischietto tre volte in aria, liberando una cascata di polvere stellare che li avvolse come una dolce nebbia.

Quando la polvere si dispersa, gli eroici calciatori si ritrovarono in una landa desolata ma affascinante, dove il sole dipingeva ombre allungate su un cielo turchese. Davanti a loro, un campo da calcio, ma non uno qualsiasi: iridato, pulsante di una luce propria, con porte fatte d'acqua viva che si muoveva come onde danzanti.

— Allora, siamo solo noi e la Palla di Cristallo — disse Niccolò, mentre i suoi compagni annuivano con determinazione, pronti per il viaggio nelle terre del fantastico.

La prima prova non tardò ad arrivare: un drago dalle scaglie azzurro cobalto fece il suo ingresso in campo, con occhi così saggi che sembravano aver visto la nascita delle stelle.

— Per superarmi, dovrete segnare un gol, ma non sarà facile — tuonò il drago con un soffio di fumo che profumava di lavanda. — Le mie ali sono tempesta, e il mio respiro è un fiume in piena.

Gli amici si scambiarono uno sguardo complice e iniziarono a tessere trame di passaggi, facendo sì che il pallone danzasse tra loro così velocemente da divenire quasi invisibile al grande drago.

— Bello sforzo, piccoli campioni — ruggì lui con un sorriso pieno di simpatia — ma ora guardate questo!

Con un battito vigoroso delle ali che parve spostare montagne, il drago lanciò un tornado verso la squadra. Niccolò si gettò in avanti con tutto l'ardore che un cuore appassionato può contenere e, con un gesto degno di un'epica battaglia, calciò il pallone con una forza sovrumana.

Il tiro era potente e preciso, tagliando il tornado come una spada forgia da un antico incantesimo. Il pallone volò diretto in porta, attraversando il flusso d'acqua senza nemmeno uno spruzzo.

— Bravo, giovanotto! — esclamò il drago, le cui scaglie parvero acquisire una nuova lucentezza. — Avete dimostrato coraggio e padronanza del gioco. Andate avanti e cercate la Palla di Cristallo, essa si trova oltre il labirinto dei venti.

Il campo si trasformò dunque in un groviglio di sentieri aerei che serpeggiavano come correnti di un fiume celestiale.

Per ore i compagni navigarono il labirinto, sfruttando ogni iota di loro abilità: attraversando cortine di vento, saltando sopra sottili flussi d'aria che sembravano volerli inghiottire nei gironi del cielo.

Infine, dopo innumerevoli prove e tribolazioni, giunsero davanti a un'arena luminosa che risplendeva come un piccolo solstizio. Al centro, su un piedistallo di vaporosa foschia, riposava la Palla di Cristallo.

— Questo è il momento della verità — disse Niccolò, la cui figura s'era fatta più ampia, come un guerriero che ha conquistato la saggezza insieme alla forza.

I ragazzi si disposero intorno al piedistallo e, con un'azione simultanea che univa mente, spirito e cuore, sollevarono la palla incantor.

Fulgori d'aurora bivaccarono sui loro visi radianti, mentre la giostra, il Carosello dei Campioni, riprendeva la sua rotondità terrena. Gli eroici calciatori erano tornati con la Palla di Cristallo, simbolo di una vittoria non solo sul gioco, ma su di sé stessi.

E mentre la giostra applaudiva con i suoi mille color

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