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Il sorriso del lupo coraggioso

Nel cuore pulsante di una foresta incantata, dove gli alberi sussurrano segreti antichi come il tempo e i fiori giocano a nascondino con le farfalle, viveva un lupo di nome Argento. La sua pelliccia era lucente come la luna piena e i suoi occhi brillavano di una scintilla speciale, quella della curiosità senza confini.

Un mattino radioso, mentre il sole svettava alto tingendo il cielo di un azzurro vivo, Argento percepì qualcosa di insolito. Nella sua vigorosa mascelle, un fastidio. A ogni cibo che assaggiava, a ogni radice che rosicchiava o corso d'acqua in cui si dissetava, quel fastidio cresceva, trasformandosi in uno sgradevole dolore. Argento capì che era giunto il momento di cercare aiuto. Dove? Nel luogo meno pensato per un lupo: dal dentista.

— Buongiorno, signor dottore! — salutò il lupo entrando nel curioso studio odoroso di menta e pulizia.

— Benvenuto, Argento! Ho sentito parlare della tua saggezza e coraggio! — esclamò il dottor Molaris, un castoro esperto in quanto a denti e artigliatore di sorrisi.

Dentro lo studio, gli strumenti luccicavano con una gentile promessa di sollievo. Il dottor Molaris indossava occhiali d'ingrandimento che lo facevano assomigliare a un esploratore di caverne segrete.

— D'accordo, signor lupo, dimmi, dove ti fa male?

Argento sbuffò, imbarazzato ma consapevole che non c'era tempo per l'orgoglio. — È qui, sul lato destro, dove spunta la terza luna di sera, proprio tra la grande collina e il piccolo burrone.

Il castoro sorrise e annuì, comprendendo immediatamente il linguaggio delle metafore lupesche. — Ah, i molari! Prepariamoci per una piccola avventura. Aprimi bene le stelle del nord, e vediamo cosa nascondono le nebbie.

Con movimenti esperti e dolci, il dottor Molaris esaminò i denti dell'eroico lupo, fino a scoprire il colpevole: un minuscolo sassolino, che agitava bandiere di dolore tra le imponenti montagne di smalto. Argento stette eroicamente fermo, immaginando di essere un cavaliere faccia a faccia con un drago minuscolo ma fastidioso.

— Ecco il malcapitato! In un attimo ti libererò di questo invasore e tornerai a correre nei boschi con il sorriso più bello che questa foresta abbia mai visto! — annunciò Molaris, brandendo con delicatezza una piccola pinza luccicante come una spada di cavaliere.

Il castoro operò con tanta abilità che Argento quasi non avvertì nulla. Quando il sassolino fu fuori, il lupo sentì una tale leggerezza che pensò di poter volare.

— Come ti senti ora, valoroso Argento?

— Leggero come la brina al mattino! È una magia che tu faccia scomparire il dolore così, senza neppure un filo di incantesimo!

Il dottor Molaris rise, onorato. — Anche tu, mio grande lupo, hai qualcosa di magico. Hai osato lasciare che un castoro sbirciasse nelle oscure caverne della tua bocca senza un briciolo di timore. È questo che si chiama coraggio.

Prima di partire, Argento ricevette un regalo speciale: un morso di legno profumato di pini e menta selvatica per mantenere i denti forti e scintillanti. Ringraziò con un inchino elegante il suo nuovo amico castoro e tornò a perdersi tra il verde della foresta. La storia del coraggioso lupo e del suo sorriso rinnovato si sparse come il vento tra gli alberi, ispirando ogni abitante del bosco a non temere la sconosciuta caverna del dentista, luogo dove il dolore si muta in sollievo e i sorrisi tornano a risplendere sotto lo sguardo tenero del sole.

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