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Il Fantasmagorico Viaggio della Regina Elisabetta e del Principe Leo

In un regno lasciato fuori dalle mappe e dimenticato dai raccontastorie, vi era una regina dalla saggezza leggendaria e dal cuore generoso, il cui regno era tessuto di giardini sospesi e torri che grattavano le stelle. Regina Elisabetta, così era chiamata, governava su un popolo di piccoli geni creativi, che inventavano ogni giorno qualcosa di nuovo. Tra i molteplici capolavori, ce n’era uno in particolare che suscitava l’ammirazione universale: un autobus scolastico di un giallo così brillante da sembrare fuso con i raggi del sole.

— Splendente giorno, carissimi alunni, pronunciò la Regina Elisabetta mentre saliva a bordo del magico autobus.

I bambini, con gli occhi scintillanti di curiosità e i cuori chiusi in gabbiette d'alarìa, le risposero in un coro entusiasta. In fondo al mezzo, scorse un giovane sconosciuto, dagli occhi profondi come oceani, che la fissava con un sorriso timido. Era il Principe Leo, erede di un regno confinante, in visita per scoprire i segreti della loro incredibile creatività.

— Regina Elisabetta, sono onorato di essere qui, cominciò Leo.

Con una mano, brandiva un proveniente dalla biblioteca reale, reliquia pervasa da una magia che spalancava porte su mondi meravigliosi celati tra le sue pagine.

— Questo è 'L'Enciclopedia degli Illimitati Mondi', disse Leo, sollevando il libro affinché detta magia potesse essere testimoniata da tutti.

Iniziò così un viaggio incredibile, dove l'autobus non era solo un mezzo per raggiungere la scuola, ma una navicella di conoscenza tra dimensioni infinite, che si potevano esplorare semplicemente sfogliando il libro incantato.

— Cosa dice il capitolo su 'La Foresta dei Sogni Luminosi'? chiese un bambino dai capelli ricci come molle di orologio.

— Dice che bisogna essere coraggiosi per lasciare che i propri sogni siano liberi come farfalle, rispose Regina Elisabetta, avendo letto quel capitolo innumerevoli volte.

La prima pagina girata proiettò luce incantata nell'autobus, rischiarandolo come se dentro ci fosse un piccolo sole. L'autobus cominciò a tremare, poi si librò in aria e attraversò un arcobaleno, fino a varcare il confine della Foresta dei Sogni Luminosi. I bambini osservarono sbigottiti alberi che suonavano melodie antiche con le loro foglie.

— Ogni sogno nutre queste piante, disse la regina. Ponete le vostre fantasie più audaci al loro cospetto.

Primi timidi, poi sempre più audaci, furono i sogni narrati che parevano prendere vita, fluttuando verso gli alberi, illuminandone i tronchi con splendori celesti.

— E che accadrebbe se seguissimo il sogno di un altro? si interrogò il Principe Leo a voce alta.

— Potrebbe condurci in una realtà ancora più straordinaria, rispose la Regina.

Proprietà drammatica non ne mancò, quando all'autobus, in transito per un tunnel di nuvole, fu intimato l'arresto da una banda di pirati dell'aria. Fiorirono mille idee tra i bambini: costruire una flotta di aquiloni per combattere, persino cucire un'enorme rete per catturarne uno e farlo loro amico.

— Ricordiamoci che il coraggio è solo uno dei tanti colori del nostro animo meraviglioso, disse la Regina, prima di affrontare di petto l'imprevisto.

Con astuzia e fantasia, Regina Elisabetta e i bambini riuscirono a trasformare un apparente incubo in un gioco, convincendo i pirati a unirsi alla loro avventura e a narrare i loro sogni più selvaggi. Persino il più coriaceo dei filibustieri aveva un cuore capace di tramare sogni.

— Uniti siamo come una tela su cui ogni colore trova il suo spazio! esclamò a gran voce il capo dei pirati, la bandana soggiogata dal vento delle speranze.

Ogni fermata dell'autobus era un nuova frontiera da esplorare. Così, viaggiando da una pagina all'altra dell'Enciclopedia, conobbero creature sottomarine che danzavano nel blu profondo, visitarono città costruite su nuvole di cotone bianco e solvero enigmi insieme agli elfi abilissimi nella tessitura di arazzi magici.

La comunione di spirito che era nata tra la Regina, il Principe e i bambini venne catturata in un capitolo appena creatosi nel libro mentre viaggiavano, intitolato La pagina infinita. La storia di ognuno di loro ritratti con parole d'oro su una tela di pura luce, un capitolo che non finiva mai, che cresceva e mutava per ogni esperienza che condividevano.

— Ogni storia che leggiamo, ogni avventura che viviamo, è un filo che intrecciamo nella grande trama del mondo, disse Regina Elisabetta, quando il viaggio sembrava volgere al termine, il libro magicamente tornato a riparare nella libreria del castello.

La loro avventura, come le storie migliori, non aveva una fine definita, ma persisteva nella memoria scintillante dei bambini e nel cuore avventuroso del Principe Leo, che aveva scoperto quanto prezioso fosse condividere i propri sogni.

E fu così che Regina Elisabetta insegnò a tutti che ogni giorno può essere un inizio, ogni incontro può essere la soglia di un mondo fantastico, e che le pagine di un libro si possono trasformare in capitoli della nostra vita, che noi stessi abbiamo il potere di scrivere.

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