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Gol e Melodie nella Giungla Stellare

Nell’effervescente palpito di una giungla lussureggiante, dove i fiori danzavano al ritmo del vento e le scimmie facevano cabriole tra i rami, il giovane calciatore Leo si apprestava a iniziare una partita diversa da ogni altra. I suoi piedi scalzi sfioravano l'erba bagnata dalla rugiada, i suoi occhi brillavano di una passione ardente per il calcio e il suo cuore batteva a compasso con l'emozione di una nuova avventura inattesa.

Un giorno, mentre era intento a dribblare alberi e cespugli, prendendo a calci una noce di cocco come se fosse il più prezioso pallone da calcio, un bagliore insolito colpì la sua retina curiosa. Non era il luccichio familiare del fiume né lo scintillio pigro di qualche insetto; era un lampo proveniente dal cielo, che si infranse contro la densa tessitura del fogliame.

— Che diavoleria sarà mai? — esclamò Leo, interrompendo il suo solitario allenamento.

La sua natura avventuriera lo spinse a indagare, così, dribblando rami e radici come avversari in una finale mondiale, si diresse verso la fonte di quella strana luminescenza. Dopo una corsa frenetica, si trovò di fronte a una scena che mai avrebbe pensato di vedere: un'astronave dalle linee futuristiche giaceva seminterrata tra i fiori.

Accanto alla macchina spaziale si stava rialzando con difficoltà un uomo vestito di una tuta spaziale scintillante, che toglieva il suo casco rivelando un ciuffo di capelli ribelli che parevano voler sfidare la gravità.

— Uhm, credo di essermi un po' perso — mormorò l'uomo con un sorriso imbarazzato.

Leo si avvicinò, incuriosito e scettico. Mai aveva visto un astronauta in giungla, né tanto meno un'astronave.

— Ti serve aiuto? — chiese Leo, estendendo una mano amichevole verso l'astronauta che sembrava aver bisogno di assistenza.

— Sì, grazie! Mi chiamo Marco, sono un astronauta, come puoi vedere, e temo che la mia astronave si sia danneggiata nell'atterraggio di emergenza. — rispose Marco, stringendo la mano di Leo.

— Io sono Leo, il miglior calciatore di queste parti! — si vantò Leo con un sorriso orgoglioso.

— Piacere di conoscerti, Leo! Vedo che qui non manca certo il verde per un bel campo di calcio — rispose Marco, osservando la folta giungla con occhi sognanti.

Tra le parole e le risate, i due nuovi amici si resero conto di dover affrontare una sfida imprevista: riparare l'astronave di Marco, perché potesse tornare fra le stelle. Nella giungla però, non vi erano né laboratori né strumenti adatti, solo natura selvaggia e canti di animali esotici.

Mentre si addentravano nel cuore della giungla in cerca di qualche possibile soluzione, un suono melodico intercettò i loro passi. Un pianoforte? In mezzo alla foresta? La curiosità li trascinò verso la fonte di quelle note incantevoli. Lì, sotto un enorme albero antico, un pianoforte nero lucido sembrava aspettare solo le loro dita per dare vita a una nuova melodia.

— Un pianoforte, qui? Deve essere magia! — esclamò Leo, con gli occhi spalancati davanti allo spettacolo insolito.

Marco si avvicinò allo strumento, esaminandolo come se potesse nascondere il segreto dell'universo tra le sue tastiere d'avorio e d'ebano.

— Incredibile… sembra perfettamente accordato — osservò Marco, ammirato, prima di lasciare che le sue dita scivolassero sui tasti, estraendo dal pianoforte una dolce melodia, che sembrava fatta di stelle e sogni.

— Sai, in qualche modo, questo suono mi ricorda dello spazio, delle galassie che cantano mentre ruotano intorno a se stesse — disse Marco, con tono pensieroso.

Era in quel momento che un gruppo di animali della giungla, attratti dalla musica, si unì a loro. Una tigre dalla pelliccia setosa, dei pappagalli dai colori dell'arcobaleno e persino un’elefante maestoso si raccolsero intorno al pianoforte, come incantati.

— Leo, amico mio, penso di avere un'idea — annunciò Marco, mentre le note continuavano a danzare nell'aria.

— Tutto ciò che creiamo… la musica, il gioco… non sono forse come piccole scintille di magia? Esse ci uniscono, anche se siamo diversi. Così come questa melodia ha riunito gli animali della giungla, forse possiamo usare la magia del calcio e della musica per trovare una soluzione e riparare la mia astronave.

La loro missione ora aveva una direzione: avrebbero organizzato una grande partita di calcio tra gli animali della giungla, e il vincitore avrebbe potuto esprimere un desiderio al magico pianoforte. Leo ne era certo, la magia del pianoforte avrebbe concesso il desiderio necessario per riparare l'astronave e aiutare Marco.

Si erano già messi all'opera, quando si accorsero di un dettaglio fondamentale: gli animali non sapevano giocare a calcio! Leo rise di gusto davanti a quella comica rivelazione, ma non si perse d'animo. Iniziarono così lezioni di calcio nella giungla, con Leo allenatore e Marco alleato imprescindibile.

Durante questo tempo di allenamenti, un legame fraterno si cementava tra l'astronauta e il calciatore. Insegnarono al gentile elefante a usare la sua possente forza con delicatezza, ai velocissimi leopardi a controllare il pallone senza strapparlo in mille pezzi e ai furbi scimpanzé a giocare in squadra anziché esibirsi in trucchi solitari.

E finalmente, il grande giorno giunse: con il pianoforte a fare da giudice, la partita più straordinaria che la giungla avesse mai visto ebbe inizio. Il suono delle calcate e dei passaggi si mescolava alle note del pianoforte, entrambe fonti di magia e unità.

Dopo una sfida avvincente, in cui anche gli alberi sembravano tifare battendo le foglie, la squadra guidata da Leo segnò il gol vincente con un tiro perfetto che sfidava le leggi della fisica, mettendo a segno un elegante pallonetto oltre la testa del sorpreso bradipo portiere.

Il desiderio fu espresso e, come per incanto, l'astronave di Marco si riparò da sé, scintillante e pronta a solcare di nuovo il cosmo. Ma Marco, non scordò mai quella giungla e soprattutto l’amicizia di Leo.

— Grazie, Leo. Questa avventura mi ha insegnato molto più di quanto avrei mai immaginato — disse Marco, abbracciando il suo amico calciatore.

— Anche a te grazie, Marco, la partita più incredibile della mia vita! — rispose Leo, con un sorriso pieno di gratitudine sincera.

Marco salì sulla sua astronave, salutando Leo e gli abitanti della giungla. La navicella si elevò con un ronzio dolce come una melodia, lasciando dietro di sé una scia di stelle che brillavano di promesse per nuovi incontri e avventure.

Tornato al suo pianoforte sotto l'albero antico, Leo continuò a giocare a calc

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