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La sfida inaspettata della cicogna Cora

Nel cuore di una piccola cittadina, dove le case color pastello sorridevano al sole e i giardini erano sempre in fiore, sorgeva una scuola diversa da tutte le altre. Non era un edificio comune, con aule grigie e corridoi silenziosi, ma un luogo dove l'immaginazione prendeva vita, un posto dove ogni mattina si apriva un nuovo mondo di avventure. Era qui che iniziò il viaggio insolito della cicogna Cora, un'avventura che nessuno avrebbe mai potuto immaginare.

Cora non era una cicogna qualsiasi. Aveva le ali più bianche che si potessero vedere, e il suo becco, lungo e sottile, brillava come se fosse stato intinto nell'oro. Ma ciò che la rendeva davvero speciale era il suo coraggio. Cora amava volare oltre i confini del conosciuto, sempre in cerca di nuove sfide.

Un giorno di primavera, mentre Cora planava alto nel cielo blu, notò qualcosa di insolito al suolo. Era una scuola, ma non come le altre. Questa sembrava vivere e respirare, con i bambini che giocavano felici nel cortile, circondati da blocchi da costruzione giganti, colorati come l'arcobaleno dopo un temporale estivo. Cora, mossa dalla curiosità, decise di avvicinarsi.

— Che posto meraviglioso! — esclamò, atterrando accanto a un dottore che sembrava fuori posto in mezzo a quella gioia. Il dottore, un uomo di mezza età con occhiali da lettura appoggiati sul naso, sembrava disperatamente cercare qualcosa tra i blocchi.

— Oh, finalmente! — disse il dottore, notando Cora. — Forse tu puoi aiutarmi. Ho perso qui il mio taccuino, pieno di appunti importanti.

Cora, sempre pronta ad aiutare, annuì con entusiasmo. Ma non sapeva che stava per iniziare una sfida che avrebbe messo alla prova tutto il suo coraggio e la sua determinazione.

Insieme, la cicogna e il dottore iniziarono a cercare tra i blocchi. Ma non era un compito facile. Ogni volta che costruivano una torre per guadagnare altezza e cercare meglio, i blocchi si sgretolavano sotto il peso, costringendoli a ricominciare da capo. Era come cercare un ago in un pagliaio, ma Cora non si dava per vinta.

— Chi la dura, la vince! — sussurrò a se stessa, ogni volta che un'altra torre crollava dinanzi ai suoi occhi.

Il sole iniziò a tramontare, tingendo il cielo di colori vivaci, ma il taccuino era ancora introvabile. I bambini, uno ad uno, lasciarono la scuola, e persino il dottore sembrò perdere la speranza.

— Forse è meglio lasciar perdere, — mormorò il dottore, guardando Cora. — Hai già fatto più di quanto chiunque avrebbe potuto chiedere.

Ma Cora, con lo sguardo fisso sul tramonto, ebbe un'idea. Usando la sua agilità e la sua forza, iniziò a costruire non in altezza, ma in ampiezza, creando un labirinto di blocchi da costruzione, con percorsi che si intrecciavano e si dipanavano in mille direzioni.

— Seguimi! — esclamò, guidando il dottore attraverso il labirinto. E là, nascosto in una nicchia segreta creata dalle sue stesse ali, trovarono il taccuino.

Il dottore, con gli occhi lucidi di gratitudine, abbracciò Cora. — Come posso io ringraziarti? — chiese.

— Ricorda solo che chi la dura, la vince, — rispose Cora, con un sorriso. La cicogna aveva imparato che, anche di fronte alle sfide più grandi, con perseveranza e creatività, nulla è impossibile.

E mentre volava via dalla scuola, con il dottore che la salutava da terra, Cora sapeva che quella avventura sarebbe stata solo l'inizio. Il mondo era pieno di misteri da scoprire, e lei era pronta ad affrontarli tutti, una sfida per volta.

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